mercoledì 15 marzo 2017

Nei segreti silenzi

Ti vorrei
un ultima sera
sotto questo cielo, bieco
ad ammirare
gelide stelle.

Ti vorrei
tra superstiti venti
in un tormento di fronde
come flebile carezza
sulle mie ossute mani.

Alzo il capo, sfinito
su squadrate costellazioni
infiniti vuoti
sui miei abitati silenzi.

Consunte parole
baciano
le mie indolenti labbra
mentre,
in lontananza
struggenti violini,
su buie finestre,
come sfiniti poeti,
a premere
sui miei disincantanti turbamenti.

Ti vorrei
un ultima sera
come un delicato pensiero
nel segreto silenzio
di un insonne desiderio.

martedì 14 marzo 2017

L'Anima e la Luna

Sii come la luna, anima mia
nel pallido apparire
lungo bianche e sperdute dorsali,
sii come la luna
nel risalire
tra risoluti venti
e impeti invernali
di freddi candori.

Sii come la luna, anima mia
nel lungo abbraccio
di sperdute costellazioni
e gelide albe
a rincorrersi
per smarriti sentieri
di cieli sfiniti.

Sii come la luna, anima mia
attraverso
spazi
colmati
di infiniti silenzi
e penombre
di remoti
e gelidi astri.

Sciogliti, anima mia
tra melodiosi canti
e tiepidi venti,
come due ali
che terminano
il loro frenetico
e smisurato viaggio
in un lungo e appassionato
abbraccio.

lunedì 6 marzo 2017

Elogio al silenzio

Fermati, ti supplico, un solo istante.
Ascolta.
Dove si posa?
Dove sosta quella spontanea ed unica esperienza
che i nostri cuori
non vogliono
e non riescono a percepire?

Il silenzio è quell'unico
sordo rimbombo
che fuoriesce
dalla profonda intimità
della terra
e che attraversa
e lambisce
laconico
i muri,
le stanze
ed entra
come un uragano
nelle nostre affrettate esistenze.

Il silenzio è suono,
è la voce immensa dell'universo,
è quell'esperienza originale e primitiva
che tanto ci spaventa
e da cui proviene l'umanità intera.

Il silenzio
è l'ascoltare noi stessi
e nell'ascoltare noi stessi
udiremo
la voce
ed il soave canto
di Dio.

venerdì 3 marzo 2017

Radici

Medita
sul monte
una pallida luna,
schiamazzi ed urla
di vaporosa salsedine
si incuneano
tra frammenti
di magri ed ossuti ciottoli.

Secchi e riarsi muri
si innalzano
tra odorosi vigneti
e scheletrici ulivi,
intrecciati come uncini
su strapiombanti pareti.

Sguardi nodosi
di scarni ed inariditi uomini
si disperdono
tra confuse litanie
di invisibili eremi
e incensati monasteri.

Si odono
versi strozzati
di monogame tortore
e nella oscurità della notte
inchiodate lampade
lustrano
scoscese pareti
scosse
da spumose e limpide acque.

Rientro assorto
lungo deserte ed anguste viuzze
e come una ferita nave
risalgo,
sfinito,
il primissimo porto,
e ritorno,
curvo e reciso
nell'esilio forzoso
del mio esausto
ed estraniato animo





Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 Aprile 1941 n.633, capo IV, sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale e parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e art.171-ter della suddetta legge.

martedì 28 febbraio 2017

Divini capricci

Forse non vi è alcuna verita'
in tutto cio' che gira attorno,
forse è un illusorio inganno
il dissiparsi rapido di ogni istante,
ma questa vita
non è forse altro
che un supremo abbaglio,
un complicato sogno
di un superbo e supponente volere.

Forse la vita
e' davvero quell'eterno sospiro,
quell'estremo bisogno
che ti aggroviglia
e domina
ogni tuo intenso ed estremo momento.

La vita è tono, altezza, intensita',
energia, vigore e morte.
La vita è tutto e nulla.
E' l'istante supremo
e l'ingannevole giorno,
e' l'esplorare riprovevole del nostro animo
e la disillusa comprensione del tutto.

E noi
come stanche e solitarie barche
che ascoltano il dolce dondolio
di venti rapidi e altezzosi,
lasciamo
che una suprema intenzione
decreti e imponga
l'ambiguo destino
dei nostri audaci e disinvolti capricci



Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 Aprile 1941 n.633, capo IV, sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale e parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e art.171-ter della suddetta legge.

domenica 26 febbraio 2017

Onde di stelle

Sussurranti vele,
navigate
su caroselli di stelle,
beccheggiano
su supponenti onde,
mentre
sussultanti cieli
si annientano
in trasognate inquietudini
di folgori lucenti.

Rimango assorto,
immerso in logore acque,
in un domani che si annulla
in me



Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 Aprile 1941 n.633, capo IV, sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale e parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e art.171-ter della suddetta legge.pera pubblicata ai sensi della Legge 22 Aprile 1941 n.633, capo IV, sezione II, e sue modificazioni. 

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giovedì 23 febbraio 2017

Aria sottile

Tu non sai,
quanto sia piacevole e lieve
salire l'irto sentiero,
e il ritrovarsi
arido e asciutto,
sotto un cielo
di baratri e abissi.

Tu non lo vedi
ma il giungere sommesso,
immerso
in una vertigine d'aria,
sottile
come il tenue respiro,
rinverdisce
il mio gracile pensiero.

Intorno a me
tutto è immobile,
come il mio sguardo,
trasognato
nell'indorato cielo delle montagne.

Più in basso odo l'acqua
ruzzolare
tra pietre, levigate e tonde,
e scrosci di ruscelli,
cespugli e verdi torbiere.

Disinvolto cammino
tra aguzzi sassi e assordanti fischi di marmotte
negli spazi immensi, immutabili
elemosinando ombre
su strade deserte
ed erbosi silenzi.

Vorrei condurti
fra tenui sospiri
e brezze maestose
e voli pindarici
di solitarie aquile.
Vorrei che la tua anima
fosse leggera e sconfinata
tra acuminate cime
e sterminati spazi.

E qui,
accecati tra pallide rocce
e cristalline acque,
perderci tra i venti, in un torpore assonato
per poi ritrovarsi
brancolanti
nelle nostre mendiche dita
ancora, ancora
e ancora.





Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 Aprile 1941 n.633, capo IV, sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale e parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e art.171-ter della suddetta legge.

Abissi

Quando dalle mie affusolate dita,
scivolerai
come libero vento
su acuminate vette,
navigherò
tra spaventose crepe
di terrificanti abissi
e sconfinate ombre
di convulse speranze












Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 Aprile 1941 n.633, capo IV, sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale e parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e art.171-ter della suddetta legge.















Sentieri di Liguria

Rapido procedo
lungo impervi sentieri
tra reti di trascurati ulivi
e fitti canneti
mentre
improvvisi bagliori
di opache finestre
si confondono
in torbidi cieli.

Tutto è silenzio attorno.

Caldi venti serali
intrisi
di salmastre essenze
baciano
le mie umide labbra.
Esausto
risalgo
lungo strette viuzze
di ossuti sassi
avvolto
da intensi profumi
di assettati limoni.

Scorgo lontano
tra scoscese scogliere
ammantate da livide nubi
l'ondeggiare sommesso
di nitide lampare.
E qui,
come saracena vedetta,
tra armoniosi vigneti
e frastagliate coste
mi smarrisco
inghiottito
da fluenti ombre
di velate stelle
nell'infinita distesa
di un tempestoso mare.




Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 Aprile 1941 n.633, capo IV, sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale e parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e art.171-ter della suddetta legge.

martedì 21 febbraio 2017

Frammenti

Quando le mie esitanti e indebolite mani
navigheranno
sulla scia della tua giovane età,
quando l'ultima porta
si sbarrerà
dietro alle mie stanche spalle,
lascia che io possa,
nell'improvvisa solitudine
dei miei giorni,
lambire le fragili tracce
della tua agevole esistenza.

Se qualcuna
delle mie interminabili notti,
ad ammirare
oscure sabbie di fango e di pietre taglienti,
potessero essere inghiottite
da frammenti
della tua abituale presenza
allora anch'io
potrei ritrovare
dietro la porta della mia anima
spazi infiniti ed accesi silenzi
e come delicata acqua
rispecchiarmi
ancora una volta
dietro la riva
della tua inesplicabile vita




Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 Aprile 1941 n.633, capo IV, sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale e parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e art.171-ter della suddetta legge.




Cuore di figlio

Ti vorrei sostituire al mio cuore,
tra mille melodie
di trasognate notti
in modo che i nostri sogni
si possano unire
in un unico battito.

Ti donerei
estive giornate assolate
a specchiarsi
su laghi ghiacciati
e accecanti nevai
e ritrovarsi,
usciti dal sonno
di esuberanti inverni,
in sapori di terra
e di mutate stagioni.

Ho vegliato su di te
tutta la notte
mentre Pleiadi luminose
roteavano
sui nostri capi
come deboli lampare
su tempestosi oceani,
e svegliandoti
nel pieno della vita
ti allontanavo
dalle oscure tenebre
dei tuoi giovani giorni.

Ho pregato con te
nell'affollato dolore del tuo pianto
e per te
là dove va il silenzio
ho portato la tua essenza,
e come due foglie ingiallite d'autunno,
ci specchieremo
tra limpide nubi e bianchi deserti
in un unico ed eterno abbraccio.


Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 Aprile 1941 n.633, capo IV, sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale e parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e art.171-ter della suddetta legge.

lunedì 20 febbraio 2017

L'ESSERE POETA

Ditemi...
per quale Dio,
sconnesso e caotico,
per quale soldo
dannato e corrotto,
l'uomo
incrina, fende, sgretola
nel crepuscolo
delle sue ripugnanti ore
un suo smarrito e sperduto simile?

Io che provengo
da sogni lontani,
da incroci di sguardi
e turbinii di voci.
Io che sono pensiero,
imperfetto,
sferzato da perentori venti
e perenni naufragi
dell'animo mio.
Io che sono lupo, indovino,
alleato e rivale,
tempra e vigore
amore e vita,
farò i miei passi
in un silenzio di attese,
e farò sonante
la mia voce
affinché là,
sopra l'umano dolore
e l'ansimante superbia,
ancora
un ultimo poeta,
possa ritrovarsi
libero di vagare
verso un domani
di bianchi cristalli
e di opulenti amori.




Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 Aprile 1941 n.633, capo IV, sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale e parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e art.171-ter della suddetta legge.

sabato 18 febbraio 2017

Genova

Capita che mi smarrisca

nel tuo ventre di Superba,
nel cielo terso di Settembre,
e mi disperda tra vicoli di terra
e risacche di mare.

Accade che io gioisca
tra vapori
di tristi banchine,
vecchie ancore,
crepe spaventose di lugubri palazzi.

Nel rosso aceto del tramonto,
nello schiamazzare di mondi opposti,
nel silenzio della sua gente,
mi lascio trasportare,
come piuma al vento,
nella tua solenne sinfonia.

Sono salito sulle tue scale
e sono ridisceso verso il tuo cuore
sono risalito e ridisceso.

Lasciati prendere per mano
così da ubriacarmi
di nere ombre,
di anime solitarie al tramonto,
di bianco di vele,
e di erranti spiriti di marinai.

Voglio perdermi nelle tue strascicate litanie,
nelle tue notti di fango e di sangue,
nelle tue scogliere calpestate.
Voglio disorientarmi nei tuoi angusti spazi,
nel riverbero argentato del tuo respiro,
e farmi trasportare
come si trasporta una bara
nel luogo che si ama.



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martedì 14 febbraio 2017

Nei notturni silenzi

Sono solo
nel buio della notte.

Impotente,
come ancora negli abissi,
ricerco rifugio
in fragili parole.

Parole
come echi di tempeste,
in ambigui silenzi.

Se io capissi
l'infinito dei tuoi occhi,
mischiato
a lacrime amare
versate
sui cigli
di dolorosi e violenti abissi.

Se io capissi
la tenerezza di un istante
smarrita
nell'indifferenza
di una ottusa convinzione

Se io capissi
quanto è opprimente
e soffocante
il calpestare
i delicati stati d'animo
del tuo essere,
allora ritornerei
ad attraversare
la notte
su dolci brezze
di fulgidi tramonti
fino a raggiungerti, tenace
in un ineluttabile
brivido di vita.




Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 Aprile 1941 n.633, capo IV, sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale e parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e art.171-ter della suddetta legge.




domenica 12 febbraio 2017

L'ultima porta

Resto spogliato
sotto questo svenevole cielo
levigato
nell'immatura innocenza
di un tenero sguardo.

Mi disperdo e mi ritrovo
nell'inesauribile presenza
della tua introversa indole,
smarrito
tra gli impegnativi peripli
del tuo lapidario essere.

Ingurgito sofferente,
tra angosciati pensieri
e sfiniti desideri,
il fiele
del tuo amaro mutamento
nell'amalgama
impacciato
delle mie pressanti consapevolezze.

Se qualcuna
delle mie consacrate notti,
nel deleterio e dannoso ritrovarsi
dei nostri andati anni,
bussassero
curiose
alle nostre porte
ti prego di aprire
per ritrovarci
ancora uniti
nella bramosia
di un autentico
e mutevole attimo.




 

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venerdì 10 febbraio 2017

La luna profuma d'incenso

La luna profuma d'incenso questa sera,
brevi ombre
al far della notte
sommergono
scie di silenzio
di appassionati venti.

Si rincorrono
curvi
tra ulivi e fitti canneti
sospettose presenze
a salutare
riflessi melodiosi
di incupite campane.

Non ritrovo pace
nell'inquietudine
di oscuri viali
e grigi di pietre,
non ritrovo
le tue perdute mani
ripiegato
tra interminabili silenzi
e
incolmabili vuoti.

Tu non sai
quanto sia limpida e lucente
l'oscura solitudine
lungo il viscido sentiero
inebriato
da essenze
di effimeri tormenti.

Ripenso
a un tuo ritorno
a premere rapido
sul mio petto
e come una dolce vestale
e come un tenero pianto
rispecchiarci
infine
su orme
di antichi tramonti
e brillanti pulviscoli
di baci.


Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 Aprile 1941 n.633, capo IV, sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale e parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e art.171-ter della suddetta legge.


In questi giorni è uscito il mio primo Ebook '' L'orto dei limoni'' . Una raccolta di poesie ,alcune inedite, scritte in questi anni e pubblicate su vari siti specializzati. Il libro è disponibile sui più importanti portali di vendita online Ebook ( Amazon , Ibs , Itunes ,Mondadori, Bookrepublic , Omniabook ecc.) e ha il costo promozionale di 2.99 Euro.
Si tratta di una raccolta sui vari argomenti a me più cari: poesie d'amore, sociale, introspezione, riflessioni personali. Questa raccolta è un voler mettere per iscritto una parte di un percorso personale che mi ha portato a  pubblicare questo mio Ebook. Non vuole essere un punto di arrivo ma solo un incentivo che mi porti a comporre sempre nuove poesie e a dedicarmi con passione e tenacia allo scrivere.

grazie di cuore

Stefano

mercoledì 8 febbraio 2017

Io Sono

Io sono il mare,
rancorosa onda
di chissà quale odio
sepolto
in un cristallino disprezzo
di aberranti tornaconti.

Io sono il cielo,
illogica discarica
di vanità umane,
balcone silenzioso
di spietate ambizioni
imbrigliate
in oscure
e pallide scie.

Io sono la terra,
millenario sepolcro
di mortali ossa,
modesto conforto
di archetipe tracce
di lunghi esodi
di umane speranze,
ombrata
dal disprezzo
di ammuffite mani
e putridi sguardi.

Vorrei afferrare
quell'ultima ombra della sera
e lentamente
riporla
sui nostri insensibili occhi
così da cogliere,
nell'assoluta consapevolezza
della fluidità vertiginosa
di questa schizzo
di paradiso,
un ultimo barlume
di umana pietà.


Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 Aprile 1941 n.633, capo IV, sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale e parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e art.171-ter della suddetta legge.

lunedì 6 febbraio 2017

Ricordi e speranze

Ricordo di un caldo mattino,
ad accarezzare inesauribili sogni
e tu
nell'ottusa convinzione
di aver scalfito
livide nuvole
di faticosi giorni.

Ricordo
di delicate notti,
dei nostri affannati aspetti,
di indolenti preghiere
e di confuse promesse.

Ricordo
di fugaci pulviscoli
di stelle cadenti,
di foglie
libere
nel vento
e di fredde comete
simili a torbide menzogne
nella gelida ombra
di una segreta evasione.

Rimetto in ordine,
nell'incoscienza dei miei giorni,
false aspettative
e sperperati amori,
e mi riprometto,
nel frantumato amministrare
dei miei attempati anni,
di vagabondare,
come una libellula in un campo di grano,
sui rigogliosi doni
del nostro cuore.




Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 Aprile 1941 n.633, capo IV, sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale e parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e art.171-ter della suddetta legge.
























domenica 5 febbraio 2017

Essere vento

Vorrei essere vento, leggero
sopra esili foglie
di nobili alberi.

Vorrei essere nebbia, umile
così da guidarti
lungo
deserti sentieri
delle nostre lunatiche indoli.

Vorrei essere uomo, ombra
nel vespero tramonto
sopra irrequieti oceanidei nostri intimi segreti.

Vorrei,
che la tua anima
fosse leggiadra
così che il mio cuore
ti alleggerisse, come esile conforto
dalle oscure vertigini
dei giorni nostri.





Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 Aprile 1941 n.633, capo IV, sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale e parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e art.171-ter della suddetta legge.

























sabato 4 febbraio 2017

La fiducia del cuore

Ho tanta fiducia in te.
Sono sicuro che potrei attendere
il tuo arrivo, in silenzio
lungo il fiume del tempo.
Tu mi sai ascoltare,
come il sole ascolta la luna
nell'eterno abbraccio di un'eclissi.
Potresti far germogliare
su deserte sabbie
colorati tulipani
e nobili piante.
Non abbandonare
il mio cuore
su arroventati sassi,
sul fondo di abissi marini.
Ho tanta fiducia in te
e resto in pace
come fradicie sabbie
dopo la marea
su lunghe spiagge dorate.



Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 Aprile 1941 n.633, capo IV, sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale e parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e art.171-ter della suddetta legge.




















Febbraio

E' scesa la nebbia stasera,
e tutto affonda
nel suo pallido abbraccio.

Evanescenti figure
come gelatinose visioni
si disperdono
su fratturati ciottoli
ed angusti passaggi.

Fuggevoli ombre
smarrite
tra flebili luci e languide voci
si muovono
come smisurate onde
su sconfinati oceani.

Non vi è vento questa sera,
non vi è alcun tormento di fronde
a baciare
gli alti alberi
ne' ad accarezzare
esitanti vette.

Tutto è immobile,
come questo mese,
ammutolito
in un angolo di vita,
sotto questo cielo
sbiadito
sopra
folti rami
inumiditi
da tamburellanti piogge.

Ritorno per la consueta strada
nell'immutabile speranza
di un bianco ritorno
di rapide rondini
sui delicati tramonti
di una fresca primavera.


Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 Aprile 1941 n.633, capo IV, sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale e parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e art.171-ter della suddetta legge.

venerdì 3 febbraio 2017

Semplici parole

Non riesco a trascrivere,
nel complice silenzio della notte,
semplici parole
che possano,
in un solo istante,
placare
il frastuono
del mio essere fragile.

Se solo potessi,nel bisbigliare
concitato
dei nostri cuori,
ascoltare
le tue angosciate richieste,
potrei,
nell'impercettibile dondolio
della nostra devozione,
accogliere
il tuo più profondo sospiro.

Resto sospeso,
come su grandi e tempestosi oceani,
nell'atroce sospetto
di un tuo mancato ritorno,
mentre,
inghiottito
da una pallida luna
sullo sterminato e cupo ondeggiare,
rimango taciturno
nel mio vivere inquieto.


Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 Aprile 1941 n.633, capo IV, sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale e parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e art.171-ter della suddetta legge.


giovedì 2 febbraio 2017

Lascia sia il vento

Tu lo vedi
come corre il vento,
come corre
nell'inquietudine
di aspre e aride notti.

Ascoltalo sostare
sopra esitanti piogge
su fangose pozzanghere
e sbiaditi nevai.

Lascia che spiri
su immobili valli
ed assolate colline
tra ulivi
e sperduti vigneti.

Lascia che soffi
a graffiare, spietato
i nostri insensibili giorni
tra scrosci
di vaporose acque
e
ululati tormentosi di fronde.

Lascialo libero,
libero di vagare
tra tempestose acque
e sibilanti terre.

Ascolta il vento
come urla,
inghiottito da oscure nubi
e violenti acquazzoni
e tu,
come tremula fiamma,
spegni
in un tormento
di flebili raffiche,
le nostre perdute
carezze





Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 Aprile 1941 n.633, capo IV, sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale e parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e art.171-ter della suddetta legge.

mercoledì 1 febbraio 2017

La preghiera del pescatore

Piegato
su queste ginocchia
nell'eterno dondolio
di fragorose onde
conteggerò
infinite notti.

Ho voltato
le mie spalle
sospeso
tra sicuri giacigli
ed oscillanti ombre
di naufragate navi.

Resto appiattito
su ondeggianti ponti
tra infiniti vortici
di tenebrosi oceani
e limpidi cieli
di smisurate stelle.

Nell'inquietudine
di limacciose acque
e paurosi tremolii,
osservo
il duro lavoro
di ossuti
e affaticati volti,
celati
tra fumose scintille
ed acide essenze.

Udirò
salmastri venti
inondare
piccole nubi
e invisibili monti
e
tra minatorie urla
ed equivoche preghiere
attraverserò
tenebrose notti.

Non ti spaurire,
anima mia,
che dopo tanto freddo
e livide piaghe
ritornerò
a calpestare
familiari sentieri
per poter infine,
nuovamente fuggire
nel disperso universo indaco



Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 Aprile 1941 n.633, capo IV, sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale e parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e art.171-ter della suddetta legge.





martedì 31 gennaio 2017

IL VOLO

Non riesco ad udire
in vuoti di conchiglie
il palpitare del mare
mentre
bianchi gabbiani,
rinchiusi in diafane ali,
si precipitano,
in un turbinio di piume,
in vertiginosi spazi.

Passano rasenti
gli uccelli,
uniti nel volo,
come primitiva falange armata,
su strascichi di reti
di notturne battute.

Accanto ad immobili schiere
di greca memoria,
increspanti e indolenti onde
si muovono
su logore sabbie
lambendo echi
di passati tormenti.

Volteggiano gli uccelli
nello stridulo urlo,
volteggiano
adagiati su strapiombanti scogliere
intorno ad ovattati sepolcri

Si librano gli uccelli
sui miei trascorsi dolori
e riempiono il cielo
di velati battiti di ali
planando
con silenziosi volteggi
nell'inutile lambiccarsi
dei miei smarriti momenti






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domenica 29 gennaio 2017

Restero' al tuo fianco

Resterò al tuo fianco
e sarà la luna
ad alleviare il tuo pianto.
Resterò al tuo fianco
e saranno le stelle
ad indicare il sentiero.

Si mostreranno
dinanzi agli occhi
velate luci
al far della sera
così che io possa desiderare,
negli affollati valichi del mio essere,
esili parole del cuore.

Resterò al tuo fianco
e saranno le tue mani,
come sopiti desideri,
a nascondere
sul mio petto
i segreti rimpianti di un tempo.




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sabato 28 gennaio 2017

Incertezza

Restare sospeso
in un etereo orizzonte
di luci e di ombre
tra incerte espressioni
del tuo pallido volto.
Ritorno sfiorito
su avvizzite tracce
dei miei arrendevoli passi.






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venerdì 27 gennaio 2017

La solitudine del tempo

Resto solo
nel tempo che fugge,
in quell'angolo remoto della memoria
che ci unisce.
Non mi lasciare
nella malinconia del mio giorno,
nel placido rifugiarsi
del mio essere.
Non vi è Dio
che mi possa sedurre
nel vuoto della mia casa,
nè demone
che mi possa ricondurre
ai miei giorni smarriti.
Non vi sarà più attimo,
nè secondo
che si sfoglieranno
nella polvere di stelle
di una antiquata clessidra.
Nè sentiero,
o frontiera
mi potranno frenare
dal desiderarti,
nella vastità eterna di un abbraccio.
Non vi è immortalità
in ciò che ho vissuto
nel lento crepuscolo dei miei giorni,
nè alcun struggimento
nella vastità dei mari.
Vi sarà solo
una unica
nostra stagione,
nella luce e nell'ombra,
di un medesimo sospiro
nella solitudine
dei nostri silenzi.





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I tuoi occhi

Silenzi.
I miei occhi si schiudono
lentamente
sui tuoi occhi grandi,
di petali bianchi
mentre sorde campane,
come remote melodie,
si insediano
verbose
nel frastuono del mio cuore.

Occhi grandi i tuoi
di accecanti nevai,
vertigini di invernali cieli
in salmodiati tramonti
di granelli di sabbia.

Occhi grandi i tuoi,
di voci silenti
in un tormento di fronde
di venti sgualciti.

Occhi grandi i tuoi
di palpebre d'ombra
di anemoni gialli
e di tanghi struggenti.

Occhi grandi i tuoi,
di colore vivo
su oscure voragini
dei miei naufragati silenzi.





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Sei in me

Sei limpida acqua,
rugiada di acero rosso,
rosa tra i ghiacci,
silenzio di nevai.

Sei sospiro nel deserto,
orizzonte infuocato,
granello di sabbia
in un timido raggio.

Sei lacrime in me
in un concerto di stelle
su un eterno ghiacciaio
in un turbinio di neve.

Ti sorreggerò al mio cuore
quando ascolterai il mio tenue respiro,
esplorerò i tuoi occhi
e ti implorerò,
come vento caldo
implora
cineree nubi
sulla dorata sabbia.

Vorrei essere nel tuo celere battito,
nell'amabile muovere ritmico del tuo addome.
Vorrei essere vento, sole, luna per smarrirmi in te.
Vorrei essere sogno per nasconderti al giorno.
Vorrei essere la tua unica nota
in un pentagramma
di tessuti di stelle.



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Insomnia

Un raggio ramingo di luna
sgocciola
attraverso la lunga finestra
inondando
la nuda parete
innanzi le mie esauste pupille.
La mia tremula mente
stancamente
danza
nelle ambigue trame
della memoria
e precipita,
come foglia sospinta da lievi raffiche,
nell'oscurità della notte.
Incuriosito,
cerco di attraversare,
nella stagnante palude
della mia ragione,
inesplorate distese
assopite
dal calore del mio cuore.
Improvvisi e interminabili boati
di indifferenti folgori
ridestano il mio petto,
mentre un rapido ticchettio
di lacrime di cielo,
simile a dolci spilli,
mi trasportano in un lieve torpore
lontano
da nebulose sagome
di inquiete presenze.





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Vento di mare

Il silenzio,
graffiato dall'onda,
come vento,
trasporta nuvole di pensieri
su raggrinzite foglie di limone.

In un concerto di stelle,
tra terra e aria,
mi soffermo
e l'incanto mi trascina
in una cascata di vita.
Mi allontano
lento,
tra miriadi di volti,
come cuori a perdere,
e fumi e brezze salmastre.

E penso che un giorno ritornerò,
qui tra ulivi e ginestre,
tra mare e scogli,
su burrascose terrazze
a picco sul mio cuore.
Tornerò,
tra bocche cucite
e saraceni sguardi,
come pioggia che torna al cielo,
come suono che incanta l'animo.
Tornerò,
come viandante,
tra schiuma e stelle,
e mi perderò nel tuo silenzio
di solitari e tempestosi inverni,
in una alchimia
di un attimo infinito.




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Tramonto ad Aleppo

Non sono le vostre stupide bombe,
il sibilo sinistro dei vostri proiettili,
l'urlo strozzato di guerriero,
i vostri coltelli lucenti.
Non è il riflesso dei passanti su pozze di sangue
o il sordo rinculo di cannone al tramonto
che sfinisce e soffoca l'animo mio.

E' la vostra indifferenza,
il vostro chinar la testa,
i vostri falsi sorrisi,
la vostra espressione menzognera.

Voi non conoscete la vita.
Nel sorriso amorevole di vostro figlio,
il delicato abbraccio della vostra amata,
la placida lacrima di vostra madre.
Voi non conoscete la vita.
Nel rapido rintocco di campana,
l'indolente scorrere di ruscello,
il lieve dondolio di piuma,
il fertile germogliare di erba.
Voi non conoscete la vita.
In un palpito di ali,
in una sussurrata supplica,
in una premurosa carezza.

Io conosco la vita.
Io conosco l'amore.
Nelle ceneri del mio cuore,
nelle infinite implorazioni di Aleppo,
nella angosciata preghiera di soldato,
nei penosi e adorati detriti,
nel freddo corpo di mio fratello.
Io conosco la vita.
Io conosco l'amore.








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Acque

Aroma di zagare nell'ombra grigia di un assolato meriggio,
sfuggenti e confusi spiriti si addensano
nel maestoso frastuono
di una tenebrosa notte.
Esitante ed impaurito mi portai,
nel tenue riflesso di lume,
verso il tuo riverbero frangente.
Sconfitto e deriso,
scrutai timidamente,
nel tintinnio di un passo,
angosce e desolate urla
di sguardi color ebano.
Nell ' intimo salmastro
di una infantile amarezza,
mi soffermai titubante,
nella desolazione di un attimo,
consapevole di un evidente contrasto
di un dolore celato.
Acque famigliari,
sfumati colori di infanzia,
remoti schiamazzi simili a sibili perduti,
ritornano
incalzanti ed insistenti
nella mia stanca mente.
Immobile in lontananza
un chiarore balena
nel mio sguardo di bambino.
Danzanti lampare
simili ad abbaglianti lampi
si addensano
nel cobalto sconfinato,
mentre il contemplare
mi quieta
e sopisce il mio tormento.








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Lacrime d'ebano

La mia terra,
legno d'ebano
nell'eterno sole del Sud.
Ho lasciato la mia casa,
di fango e di cielo.
Il respiro sereno di mio figlio,
nel profondo cuore di pietra,
di sterco e di occhi.
Ho abbracciato il mio cuore straziato
in una notte di luci, di salme e di volti.
Ho contemplato
impietriti occhi scuri,
lungo frontiere di morte,
origliando
lingue diverse
di un unico Dio.
Migliaia di piedi
marciano insieme
nel pulviscolo di stelle,
in deserti di ossa.
Migliaia di petti
sulle sponde dei cieli
navigano all'unisono
su tramonti di fiumi di luce.
Taciturne madri,
confuse in trepidanti profumi,
stipate in vele di morte,
corrono in nitide acque,
simili ad eterne comete.
Mari cobalto gravano sul mio cuore,
urla e sudore,
fino a quando idiomi estranei
addolciscono di miele la mia gonfia lingua.
Terra mia, terra di sangue,
di roventi venti,
di riflessi dorati,
ti ho abbandonato
nel solstizio segreto del mio cuore,
nell'angolo remoto
di un volo di cicogna.
Le mie ceneri non si spargeranno
in cimiteri confusi,
di corone e olii funebri.
La mia ancora è sempre lì
tra terre riarse
e striduli giochi
di lacrime d'ebano.








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Vento d'inverno

Intense fragranze
di aromi di arance
riarse
su focolari mai domi.

Ritorno bambino
sul mio timido cuore
in un mondo distratto
da silenzi di morte.







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