Medita
sul monte
una pallida luna,
schiamazzi ed urla
di vaporosa salsedine
si incuneano
tra frammenti
di magri ed ossuti ciottoli.
Secchi e riarsi muri
si innalzano
tra odorosi vigneti
e scheletrici ulivi,
intrecciati come uncini
su strapiombanti pareti.
Sguardi nodosi
di scarni ed inariditi uomini
si disperdono
tra confuse litanie
di invisibili eremi
e incensati monasteri.
Si odono
versi strozzati
di monogame tortore
e nella oscurità della notte
inchiodate lampade
lustrano
scoscese pareti
scosse
da spumose e limpide acque.
Rientro assorto
lungo deserte ed anguste viuzze
e come una ferita nave
risalgo,
sfinito,
il primissimo porto,
e ritorno,
curvo e reciso
nell'esilio forzoso
del mio esausto
ed estraniato animo
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