Resto solo
nel tempo che fugge,
in quell'angolo remoto della memoria
che ci unisce.
Non mi lasciare
nella malinconia del mio giorno,
nel placido rifugiarsi
del mio essere.
Non vi è Dio
che mi possa sedurre
nel vuoto della mia casa,
nè demone
che mi possa ricondurre
ai miei giorni smarriti.
Non vi sarà più attimo,
nè secondo
che si sfoglieranno
nella polvere di stelle
di una antiquata clessidra.
Nè sentiero,
o frontiera
mi potranno frenare
dal desiderarti,
nella vastità eterna di un abbraccio.
Non vi è immortalità
in ciò che ho vissuto
nel lento crepuscolo dei miei giorni,
nè alcun struggimento
nella vastità dei mari.
Vi sarà solo
una unica
nostra stagione,
nella luce e nell'ombra,
di un medesimo sospiro
nella solitudine
dei nostri silenzi.
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 Aprile 1941 n.633, capo IV, sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale e parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore. La riproduzione, anche parziale senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e art.171-ter della suddetta legge.
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