mercoledì 15 marzo 2017

Nei segreti silenzi

Ti vorrei
un ultima sera
sotto questo cielo, bieco
ad ammirare
gelide stelle.

Ti vorrei
tra superstiti venti
in un tormento di fronde
come flebile carezza
sulle mie ossute mani.

Alzo il capo, sfinito
su squadrate costellazioni
infiniti vuoti
sui miei abitati silenzi.

Consunte parole
baciano
le mie indolenti labbra
mentre,
in lontananza
struggenti violini,
su buie finestre,
come sfiniti poeti,
a premere
sui miei disincantanti turbamenti.

Ti vorrei
un ultima sera
come un delicato pensiero
nel segreto silenzio
di un insonne desiderio.

martedì 14 marzo 2017

L'Anima e la Luna

Sii come la luna, anima mia
nel pallido apparire
lungo bianche e sperdute dorsali,
sii come la luna
nel risalire
tra risoluti venti
e impeti invernali
di freddi candori.

Sii come la luna, anima mia
nel lungo abbraccio
di sperdute costellazioni
e gelide albe
a rincorrersi
per smarriti sentieri
di cieli sfiniti.

Sii come la luna, anima mia
attraverso
spazi
colmati
di infiniti silenzi
e penombre
di remoti
e gelidi astri.

Sciogliti, anima mia
tra melodiosi canti
e tiepidi venti,
come due ali
che terminano
il loro frenetico
e smisurato viaggio
in un lungo e appassionato
abbraccio.

lunedì 6 marzo 2017

Elogio al silenzio

Fermati, ti supplico, un solo istante.
Ascolta.
Dove si posa?
Dove sosta quella spontanea ed unica esperienza
che i nostri cuori
non vogliono
e non riescono a percepire?

Il silenzio è quell'unico
sordo rimbombo
che fuoriesce
dalla profonda intimità
della terra
e che attraversa
e lambisce
laconico
i muri,
le stanze
ed entra
come un uragano
nelle nostre affrettate esistenze.

Il silenzio è suono,
è la voce immensa dell'universo,
è quell'esperienza originale e primitiva
che tanto ci spaventa
e da cui proviene l'umanità intera.

Il silenzio
è l'ascoltare noi stessi
e nell'ascoltare noi stessi
udiremo
la voce
ed il soave canto
di Dio.

venerdì 3 marzo 2017

Radici

Medita
sul monte
una pallida luna,
schiamazzi ed urla
di vaporosa salsedine
si incuneano
tra frammenti
di magri ed ossuti ciottoli.

Secchi e riarsi muri
si innalzano
tra odorosi vigneti
e scheletrici ulivi,
intrecciati come uncini
su strapiombanti pareti.

Sguardi nodosi
di scarni ed inariditi uomini
si disperdono
tra confuse litanie
di invisibili eremi
e incensati monasteri.

Si odono
versi strozzati
di monogame tortore
e nella oscurità della notte
inchiodate lampade
lustrano
scoscese pareti
scosse
da spumose e limpide acque.

Rientro assorto
lungo deserte ed anguste viuzze
e come una ferita nave
risalgo,
sfinito,
il primissimo porto,
e ritorno,
curvo e reciso
nell'esilio forzoso
del mio esausto
ed estraniato animo





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